Roberta Zedda: “Una vita strappata nel turno di guardia medica”
Il triste anniversario dell’assassinio di Roberta Zedda, la dottoressa di Sanluri uccisa 21 anni fa durante il turno di guardia medica nell’ambulatorio di Solarussa. Il ricordo dell’azienda sanitaria oristanese.
Anche la Asl 5 di Oristano ha voluto ricordare Roberta Zedda, la dottoressa uccisa 21 anni fa, a soli 33 anni, durante il turno di guardia medica nell’ambulatorio di Solarussa.
Era il 3 luglio del 2003.
Un omicidio, che toccò profondamente tutta l’isola.
Roberta era una giovane e promettente dottoressa, che sognava di lavorare in Africa per aiutare i più deboli.
Dopo quella terribile notte di ventun’anni fa, Roberta Zedda è diventata uno dei simboli della lotta giornaliera in Sardegna contro ogni forma di violenza sulle donne.
“Non potremmo mai dimenticare il sacrificio di Roberta”, ha detto il direttore generale della Asl 5, il dottor Angelo Maria Serusi, “ha insegnato a tutti noi che essere medico non è solo una professione, ma anche una missione, che la giovane di Sanluri ha portato avanti sino al sacrificio estremo”.
LE INIZIATIVE Roberta Zedda è stata ricordata a Sanluri acon una messa celebrata nella chiesa di San Lorenzo. Poi in teatro sul palco Carla Denule e Le Kanusie. L’evento è stato patrocinato dal Comune di Sanluri e dalla Presidenza della Regione. Inoltre nei prossimi mesi il Comune di Solarussa intitolerà una piazza alla memoria del medico sanlurese.
LA ASL 5 Nel 2009 l’azienda sanitaria oristanese ha intitolato a Roberta Zedda l’ambulatorio della guardia medica di Solarussa, riaperto allora dopo sei anni di chiusura. Il 12 ottobre del 2013 è stato sempre dedicato alla giovane dottoressa il nuovo padiglione DEA dell’ospedale San Martino di Oristano, che ospita le Unità di Pronto Soccorso, Radiologia, Anestesia e Rianimazione ed il nuovo blocco operatorio. Ed ancora sono state organizzate diverse edizioni di un concorso per tutte le scuole della provincia sui temi della violenza delle donne e della parità di genere, sempre in memoria di Roberta Zedda.
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