Ex esposti amianto, al lavoro per ottimizzare sorveglianza sanitaria
Il manager dell’Azienda socio-sanitaria oristanese Angelo Serusi, insieme al direttore sanitario Antonio Maria Pinna, hanno incontrato il presidente dell’Associazione Giampaolo Lilliu ed i componenti del suo esecutivo Franco Pasquini, Domenico Cuozzo e Carmen Cao: si lavorerà per garantire un ambulatorio dedicato che possa coordinare i percorsi di sorveglianza per gli ex esposti della provincia di Oristano.
È stato un confronto proficuo e fruttuoso quello che si è svolto nei giorni scorsi, nella sede legale di via Carducci, fra i vertici della Asl di Oristano e la delegazione dell’Associazione regionale ex esposti amianto (Area) per verificare lo stato dell’arte sul protocollo di sorveglianza sanitaria che coinvolge le oltre 150 persone in precedenza impiegate nelle due fabbriche della provincia in cui si producevano le fibre di asbesto.
Il manager dell’Azienda socio-sanitaria oristanese Angelo Serusi, insieme al direttore sanitario Antonio Maria Pinna, hanno incontrato il presidente dell’Associazione Giampaolo Lilliu ed i componenti del suo esecutivo Franco Pasquini, Domenico Cuozzo e Carmen Cao.
Dopo aver ripercorso la storia del protocollo di sorveglianza, firmato nel 1994 dalla Asl oristanese e dagli ex esposti amianto – la prima esperienza del genere in Italia -, i rappresentanti dell’Area hanno segnalato alcune difficoltà legate al recente rallentamento dei percorsi di monitoraggio sanitario.
Serusi, che ha ringraziato la delegazione per averlo messo a conoscenza in maniera dettagliata delle problematiche riguardanti una categoria esposta a particolari rischi, come quello di sviluppare il mesotelioma pleurico, ha assicurato che lavorerà per garantire, in sinergia con lo Spresal (Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro), un ambulatorio dedicato, capace di coordinare le visite periodiche a cui gli ex lavoratori devono essere sottoposti con cadenze che vanno dai 6 ai 12 mesi. Piena disponibilità è arrivata anche dal direttore sanitario che, in collaborazione con il dipartimento di Prevenzione, sta già studiando le soluzioni per rendere più fluidi e regolari i percorsi d’accesso alle strutture sanitarie.
Nel ribadire la massima apertura al dialogo e all’ascolto nei confronti di associazioni, cittadini e portatori di interessi, il direttore generale della Asl 5 ha anche chiarito che per superare le carenze di personale, da cui hanno origine tra l’altro le difficoltà nell’attuazione del protocollo di sorveglianza che interessa gli ex esposti all’amianto, si sta agendo su due versanti: «Oltre alla ricerca di nuovi professionisti attraverso selezioni e concorsi – ha affermato Serusi – si sta lavorando alla reingegnerizzazione dei servizi, doverosa e necessaria per superare i deficit di organico». Saranno elaborati, in altre parole, dei nuovi modelli di organizzazione del lavoro che permettano di far funzionare meglio le strutture sanitarie, a parità di risorse professionali: ciò varrà tanto per la situazione degli ex esposti amianto, che soffrono oggi della difficoltà a reclutare nuovi pneumologi, quanto per altri servizi Asl.
Soddisfazione è stata espressa dai rappresentanti dell’associazione guidata da Lilliu, che ha valutato positivamente gli esiti dell’incontro e ha concordato con la direzione Asl le azioni da intraprendere. «È stato un incontro costruttivo, che ci ha permesso di riscontrare da parte dei vertici Asl una grande attenzione alle nostre problematiche e una forte volontà di risolverle – ha osservato il presidente di Area – Per noi è importante che le conquiste ottenute con il protocollo di sorveglianza sanitaria vengano mantenute e che gli ex esposti all’amianto possano continuare a essere monitorati stabilmente».
Ultima modifica
29 Settembre, 2022