S.Martino, operativa la cuffia chemioterapica per ridurre l’alopecia
Il reparto di Oncologia dell’ospedale San Martino di Oristano si dota, grazie alla sinergia con la Lilt, del primo casco refrigerante in Sardegna, uno strumento che permette di ridurre la caduta dei capelli dovuta alla chemioterapia.
Presso l’Unità Operativa di Oncologia-Ematologia dell’ospedale San Martino di Oristano è operativa la cuffia chemioterapica. Si tratta di un casco refrigerante che viene indossato dalle donne in occasione della somministrazione della chemioterapia e che permette di
ridurre la probabilità di perdere i capelli.
Alla prima seduta hanno partecipato il direttore dell’Unità Operativa di Oncologia e Ematologica dell’ospedale San Martino di Oristano Luigi Curreli e la presidente della LILT (Lega Italiana per la Lotta ai tumori) di Oristano Eralda Licheri, che hanno accolto la prima paziente candidata a utilizzare la nuova tecnologia.
Con questo nuovo presidio, il primo assoluto in Sardegna, l’ospedale di Oristano ottiene, grazie alla LILT, un nuovo strumento che porterà ad
aumentare i servizi offerti alle donne, in quanto la perdita dei capelli dovuta alla chemioterapia è una delle conseguenze più impattanti e dolorose a cui queste si trovano esposte.
“La dotazione del nuovo strumento – afferma il dottor Curreli – è un segnale importante di come i professionisti che operano nella struttura di Oncologia e Ematologia e le associazioni di volontariato, in questo caso la LILT, siano attenti e sensibili verso tutte le problematiche che riguardano il paziente oncologico, fra queste l’attenzione alla salvaguardia della immagine corporea, nonché a tutte le problematiche relazionali e psicologiche ad essa inevitabilmente connesse”.
“Come LILT di Oristano – commenta Eralda Licheri – siamo veramente felici che finalmente la cuffia possa essere utilizzata. Continua così
la nostra collaborazione con lo staff del reparto di Oncologia-Ematologia mirata a implementare i servizi offerti e dare un
po’ di sollievo alle donne colpite da neoplasia”.
“Sebbene ogni malato reagisca in maniera soggettiva alle cure, la cuffia è stata sopportabilissima – è stato il commento della prima utente a cui è stata applicato il casco refrigerante – Si sa che la cuffia non fa miracoli, ma ogni donna deve comunque avere una
possibilità di scelta perché la serenità e, laddove possibile, l’autoderminazione della paziente diventa fondamentale. Ecco perché ogni ASL dovrebbe avere almeno un macchinario
che in Europa e nel nord Italia è usata da anni”.
L’acquisto del presidio da parte della LILT è stato possibile grazie al contributo economico ricevuto dalla Regione
Sardegna, dall’azienda ‘L’Orto di Eleonora’, dal Comune di Oristano, da altre imprese oristanesi e da privati cittadini.
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