S. Martino, travagli più sereni grazie a un nuovo sistema analgesico

Il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale oristanese si dota, secondo in Sardegna, di un nuovo sistema mirato ad alleviare i dolori del parto: la miscela gassosa di protossido di azoto e ossigeno che, inalata dalla partoriente, la aiuta ad affrontare il delicato momento del travaglio in maniera più rilassata. All’interno anche la videointervista alla direttrice del reparto, la dottoressa Francesca Campus.

La direttrice dell'Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia Francesca Campus accanto alle bombole di protossido di azoto
La direttrice dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia Francesca Campus accanto alle bombole di protossido di azoto

Un’importante novità, destinata a migliorare la qualità dell’assistenza per le future mamme, è approdata nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del San Martino di Oristano: il protossido di azoto, un gas che allevia il dolore del travaglio e di cui oggi tutte e due le sale parto dell’ospedale oristanese sono dotate.

Il protossido di azoto: come funziona e quali sono i benefici

«La miscela di protossido di azoto ed ossigeno, contenuta in bombole, viene inalata attraverso una mascherina monouso ed in pochi secondi dà un effetto di benessere alla partoriente – spiega la direttrice dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia Francesca Campus -. La finalità è quella di aiutare le gestanti ad affrontare il travaglio in modo più sereno e rilassato, mantenendo inalterata la loro coscienza e senza interferire in alcun modo con il benessere del feto, grazie al fatto che il gas non attraversa la placenta. Non vengono inoltre modificate le contrazioni uterine né per frequenza, né per intensità, né viene modificato il battito cardiaco fetale. Inoltre non c’è nessuna interazione con i farmaci somministrati comunemente durante il travaglio, come ad esempio l’ossitocina. Il sistema, noto peraltro dall’Ottocento ed oggi reso più sicuro dall’associazione con l’ossigeno, ha come effetto quello di una piccola ebbrezza ed eccitazione per la donna. Basti pensare che viene comunemente utilizzato dagli odontoiatri per ottenere la sedazione durante le cure in età pediatrica».

Attivo da circa venti giorni al San Martino, attualmente sono già diverse le partorienti che hanno scelto con soddisfazione questo strumento analgesico, apprezzandone i suoi effetti positivi.

Le differenze rispetto alla partoanalgesia

Quello di Oristano è il secondo ospedale in Sardegna, insieme a quello di Olbia, a introdurre questo sistema, una opzione totalmente differente rispetto alla partoanagelsia e che può essere utilizzata nel caso in cui l’epidurale sia controindicata, ad esempio se la partoriente è affetta da malattie della coagulazione o della cute, in presenza di tatuaggi o nel caso in cui per diversi motivi preferisca un metodo meno invasivo.

Inoltre, mentre la partoanalgesia può essere praticata esclusivamente da un medico specialista in anestesia e rianimazione e prevede quindi la presenza dell’anestesista in sala parto, nel caso del protossido di azoto non occorre una valutazione dell’anestesista, proprio perché si tratta di un farmaco autosomministrabile: la donna può scegliere di utilizzarlo nell’immediatezza del travaglio, così come può decidere di iniziare le prime fasi del travaglio con l’ausilio del gas e di proseguire, sospendendone la somministrazione per almeno 30 minuti, con l’epidurale (quest’ultima sempre previa valutazione anestesiologica ed acquisizione del consenso informato in fase di pre-ricovero).

Quando non si può somministrare

Poche le controindicazioni all’utilizzo della miscela gassosa, che deve essere esclusa solo nel caso in cui la donna abbia malattie polmonari o cardiache gravi oppure un’otite in atto. Sconsigliata anche se si ha una carenza di vitamina B12: «Proprio per questo motivo – precisa la dottoressa Campus – abbiamo inserito l’esame relativo a questa vitamina fra le analisi preparto svolte di routine. In questo modo, nel caso in cui se ne rilevi una carenza, è possibile correggerla in anticipo con gli opportuni integratori, così che la partoriente possa, se lo desidera, beneficiare comunque di questa possibilità durante il travaglio».

La sicurezza

«Grazie al sostegno della direzione generale Asl 5, del servizio acquisti, dell’ufficio tecnico e della farmacia ospedaliera – prosegue la direttrice dell’Unità operativa di Ostetricia – abbiamo introdotto in tempi rapidi questa novità, che è stato possibile adottare anche per merito del fatto che tutte le nostre sale travaglio e parto sono dotate di un sistema di evacuazione di gas anestetici esalati, per evitare che vengano dispersi nell’ambiente, e questo è essenziale per garantire la sicurezza degli operatori sanitari».

«Siamo felici di poter offrire alle donne un ulteriore strumento per vivere più serenamente un momento delicato come il travaglio – afferma il direttore generale della Asl 5 di Oristano Angelo Serusi – Questa ulteriore novità si inserisce fra le attività di in un reparto, come quello di Ostetricia e Ginecologia, dinamico e aperto alle innovazioni, che funziona molto bene e offre standard di assistenza e qualità delle cure davvero ottimi».

 

LA VIDEOINTERVISTA DELL’UFFICIO STAMPA ALLA DOTTORESSA CAMPUS 

 

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