Un giardino per l’hospice, Asl e Comitato per la salute insieme
La proposta del Comitato per la salute ai vertici Asl. Obiettivo, quello di alleviare il dolore attraverso la diretta relazione con la natura.
Realizzare un giardino terapeutico, arricchito di piante, fiori e arredi da esterni, per rendere fruibili ed accoglienti gli spazi esterni dell’hospice “Angela Nonnis” di Oristano e permettere ai pazienti di trascorrere delle ore piacevoli all’aria aperta. E’ questa la proposta presentata ieri dalla delegazione del Comitato per la salute della provincia di Oristano composta da Maria Carmela Marras, Gisella Masala, Maria Grazia Carta, Anna Maria Ortu e Tore Meli al direttore generale dell’azienda socio-sanitaria locale n. 5 Angelo Serusi, a quello sanitario Antonio Maria Pinna, a quella amministrativa, Rosalba Muscas, ed al responsabile dell’integrazione ospedale-territorio Alessandro Baccoli, durante l’incontro che si è svolto nella sede legale di via Carducci. Un’iniziativa che è stata accolta con estremo favore dai vertici della Asl 5 e che verrà formalizzata nei prossimi giorni attraverso una convenzione.
Per raggiungere l’obiettivo in tempi brevi, il comitato ha attivato una raccolta fondi ed una apericena, che si terrà il prossimo 11 febbraio al Lux Club di Oristano: “Il diritto alla salute assume tante forme, tra queste anche quello di poter essere accolti in strutture in cui anche lo spazio esterno agli edifici diventi parte di una terapia che sia capace di alleviare il dolore attraverso la diretta relazione con la natura. Sulla base di questa filosofia di cura, lo studio di architettura del paesaggio Abeille, coordinato da Enrica Campus, ha redatto un progetto di giardino terapeutico mettendolo a disposizione del Comitato. Da questo vorremmo partire per una collaborazione affinché il giardino dell’hospice diventi uno spazio accogliente per tutti” ha spiegato Gisella Masala in rappresentanza del Comitato.
“Siamo sicuramente disponibili a sposare questa iniziativa, che ci permetterà di qualificare ulteriormente la struttura. Il progetto si inserisce, fra l’altro, nel nostro disegno di potenziamento della filiera oncologica – ha affermato il direttore generale della Asl Serusi –. Come previsto dal nuovo atto aziendale, attiveremo su tutto il territorio provinciale la Rete delle cure pallative, all’interno della quale opereranno in maniera integrata l’hospice e le cure domiciliari, mentre sul versante terapeutico valorizzeremo l’esperienza della chirurgia senologica, a cui abbiamo dato un inquadramento formale con l’istituzione della Struttura semplice dipartimentale di Senologia”.
L’incontro ha offerto anche l’occasione per confrontarsi, in maniera serena, franca e costruttiva, sui diversi temi della sanità oristanese. Il manager ha fornito un quadro della situazione dell’ospedale San Martino, rimarcando che anche nei momenti di maggiore difficoltà – come accaduto nei mesi scorsi in Ortopedia o più di recente in Medicina – nessun reparto oristanese è stato chiuso e l’assistenza ai pazienti è sempre stata garantita.
«Stiamo lavorando – ha aggiunto il direttore sanitario Antonio Maria Pinna – a un’organizzazione più appropriata dei ricoveri, che ci permetta di alleggerire il carico della Medicina, nella quale finiscono a volte pazienti che dovrebbero essere destinati ad altri reparti. Abbiamo già fornito delle indicazioni ed i risultati si sono colti proprio in questi giorni, quando siamo riusciti a governare la sofferenza del reparto determinata dalla contemporanea assenza di più medici, facendo tornare la situazione a livelli accettabili”.
“Un’altra soluzione che ci permetterebbe di incidere significamente sul decongestionamento della Medicina è quella dell’Ospedale di comunità al Delogu di Ghilarza, su cui siamo in dirittura d’arrivo e che rappresenterà la prima esperienza del genere in Sardegna – ha proseguito il manager Serusi – Venti posti letto a prevalente gestione infermieristica, che ci consentirebbero di prendere in carico i pazienti a media e bassa intensità, i quali a volte stazionano impropriamente in Medicina perché non trovano una risposta terapeutica intermedia tra l’ospedale e la propria casa. Questa risposta è l’Ospedale di comunità, che permetterà fra l’altro di formare e preparare i caregiver, i familiari e le altre persone che si prendono cura dei pazienti, per avviare questi ultimi a dimissioni protette”.
I rappresentanti del Comitato, pur non nascondendo le criticità legate essenzialmente alle carenze d’organico, hanno riconosciuto l’impegno e la determinazione della direzione della Asl 5, a cui hanno dato atto di aver risolto i problemi della Pediatria e riaperto l’Emodinamica, e si sono detti disponibili a collaborare, così come per il progetto del giardino dell’hospice, anche in altre future azioni mirate a migliorare la qualità dell’assistenza. Il direttore ha espresso, in conclusione, tutta la volontà di proseguire e rafforzare il dialogo e il confronto con il Comitato che, come tutti i comitati spontanei per la difesa dei diritti del cittadini, rappresenta uno stakeholder importante e irrinunciabile, con il quale dare vita anche a forme di iniziativa congiunte.
Ultima modifica
26 Gennaio, 2023