Oggi a Oristano un corso sull’approccio alla “Sepsi”

Oggi ad Oristano un corso sul corretto approccio alla condizione clinica della Sepsi. Il responsabile scientifico è il dottor Roberto Irde, direttore del laboratorio analisi dell’ospedale San Martino di Oristano.

corso Sepsi
corso Sepsi

 

Oggi ad Oristano si parla di Sepsi, una condizione clinica sempre più presente in ambito sanitario. La sala conferenze dell’hotel “Mistral Due” ospiterà il corso dal tema “Sepsi: un approccio integrato clinica-laboratorio”, che ha come responsabile scientifico il dottor Roberto Irde, direttore del laboratorio analisi dell’ospedale San Martino di Oristano. I lavori inizieranno alle 14,30 e si concluderanno alle 19.
LA SEPSI Il dottor Irde ha spiegato: “La Sepsi rappresenta un’evoluzione di un processo infettivo, in genere batterico, che per cause legate al paziente, come la carenza di difese immunitarie per età o per trattamenti ricevuti, esempio di tipo oncologico, o per l’aggressività del patogeno, ad esempio un batterio multiresistente, si mantiene provocando una risposta infiammatoria esagerata. La Sepsi progressivamente e rapidamente provoca un danno multi organo, che può sfociare in forme molto gravi,  quali lo shock settico. Queste forme sono gravate da una mortalità superiore al cinquanta per cento”
IL CORSO “In questo incontro tra Laboratorio di Microbiologia clinica, Medici Rianimatori, di Pronto Soccorso e di Medicina Interna si mettono le basi per una rete tra i vari attori che intervengono a vario titolo sul processo”, ha aggiunto il dottor Irde, “lo scopo è riconoscere precocemente le prime fasi della Sepsi, impostare una corretta diagnostica e una corretta terapia sia di supporto che soprattutto antibiotica. La gestione della Sepsi interseca il campo di interesse con il fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Sempre più frequente è il riscontro di infezioni che portano a Sepsi causate da microrganismi multiresistenti, che rendono inefficaci le terapie antibiotiche. Fondamentale in questo ambito è il dato microbiologico, che fornisce informazioni sulla sensibilità agli antibiotici, sulla presenza di meccanismi di resistenza e quindi in un rapporto integrato microbiologo, infettivologo e clinico può permettere un trattamento personalizzato e quindi più efficace. Infine questo approccio permette anche di affrontare e combattere il fenomeno della multiresistenza agli antibiotici, che, a livello globale, impatta sulle infezioni correlate all’assistenza, uno dei principali problemi in sanità”.

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